Aurélie Lagarde
International Corporate Coach▫️ Professional Certified Coach ICF (PCC)▫️ Manager-Coach.
State zitti per non far stare male, colpevolizzare o scoraggiare? Oppure per non creare ostilità?
Non siete soli! Gran parte dei miei partner (clienti) di coaching, qualsiasi sia la loro seniority, stanno vivendo la stessa difficoltà.
Però sono questi feedback che mi hanno permesso di diventare Account Director; per quanto a volte sia stato doloroso riceverne, sarò sempre grata a chi me le ha dati.
Come coach sappiamo quanto la comunicazione diretta sia una competenza fondamentale per la crescita dei nostri partner, abbiamo integrato quanto sia un vero dono, e quindi li diamo con coraggio.
Ma ci siamo anche allenati a coltivare questa capacità (e tra di noi ho un tenero ricordo della nostra aula di super manager, dove eravamo tutti in difficoltà anche nel dare in modo corretto feedback “postivi”).
E se iniziassimo a cambiare l’etichetta prima di tutto: come vi suona feedback di “miglioramento”?
Un piccolo evento del mio quotidiano può essere un’illustrazione del modo maldestro in cui ci rapportiamo con i feedback in generale.
Uno dei miei gemelli di 3 anni aveva deciso di “leggere” un libro per noi. Il suo racconto è stato il seguente:
- “Bello!”
- “Ahhhhhh?”
- Ma no, non si fa!”, etc.
Abbiamo avuto tutte le sue impressioni, ma senza capire quale fosse la storia…
È esattamente questo l’impatto di tanti feedback, uno deve indovinare la “storia”:
- Perché si comunica spesso in termini generici;
- Perché anche un « BRAVO! OTTIMO LAVORO » dimostra apprezzamento, ma non si capisce acosa in particolare si riferisce il complimento;
- Perché si può anche temere di dare un feedback, andando a diluire il messaggio e rendendolo così poco chiaro;
Per questo motivo le persone si trovano spaesate su ciò che ci si aspetta da loro e su come migliorare la propria performance in azienda. E la tendenza che noto nelle aziende è che si rimane in una zona di comfort, immobili, dove si perdono opportunità di miglioramento.
Eppure i feedback sono necessari per creare consapevolezza verso la realizzazione degli obiettivi, se la strada percorsa è quella giusta, senza perdere tempo a decifrare i messaggi.
Una giornata di training per trasmettere delle chiavi per formularle i feedback nello spirito del coaching porterebbe ad un enorme vantaggio per le aziende, sia competitivo che di well-being.
L’obiettivo è: rendere chi riceve i feedback più propenso a passare da una posizione di difesa a una di ascolto; per far diventare i feedback uno strumento usato con regolarità e naturalità (e non limitati all’annuale performance review).
Intanto se provate ad applicare questi 5 principi, noterete già un notevole salto in avanti:
1- Intenzionalità
Questa viene letta dal cervello dell’altro. Se avete un atteggiamento empatico, aumentate la possibilità che il messaggio arrivi alla coscienza dell’interlocutore.
2 – Puntualità
Un feedback deve essere il più tempestivo possibile, permettendo così di rendersi conto di eventuali comportamenti non virtuosi e di correggerli in tempo. L’aumento della regolarità lo normalizzerà.
3 – Specificità
Evitate generalizzazioni come “potresti fare meglio” o “super lavoro”. Se circostanziate con degli esempi concreti uscite dall’opinione e vi mantenete neutri.
4 – Comportamentale
Menzionare un comportamento permette di focalizzare l’attenzione sul problema e non sulla persona. Come dico ai miei bimbi: “hai fatto un pasticcio”, non dico mai “sei maldestro”.
5 – Rafforzato dall’impatto
- Sulle conseguenze che le azioni hanno prodotto su una persona, su una situazione, sulla prestazione
- O sul risultato che chi riceve il feedback vuole/deve raggiungere.
Sono prime good practice per imparare a comunicare non solo in maniera assertiva, ma con umanità: in un modo che evita di emettere diagnosi, e ancora meno di attribuire delle colpe, per un impatto diretto sulla motivazione delle persone intorno a voi.
Spero che queste pillole vi diano un po’ più di coraggio per regalare feedback.
Provate e raccontatemi come va, sono qui per rispondere alle vostre perplessità!
© Aurélie Lagarde https://ican-coaching.com/